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Attualità sulla Bolla di Fondazione del Supremo Consiglio d’Italia PDF Print E-mail
Wednesday, 25 March 2015 18:44

Per prima cosa, puntualizziamo il cammino della Bolla. La Bolla rimane nella disponibilità del Supremo Consiglio d’Italia, detto di Palazzo Giustiniani, anche dopo la scissione con Piazza del Gesù, sino al 1977, quando il Gran Commendatore in carica il fratello Vittorio Colao 33° decide di sospendere il Supremo Consiglio e di espellere il Luogotenente il fratello Manlio Cecovini 33° con proprio decreto. Nello stesso anno, il fr. Colao 33° ricostituisce il Supremo Consiglio d’Italia, escludendo il fr. Cecovini 33°, espulso, e la parte avversaria, che fondano l’attuale Supremo Consiglio di Palazzo Giustiniani. Dopo una lunga lite giudiziaria, la sentenza della Suprema Corte del 1988 stabilisce inequivocabilmente che il fr. Colao 33° è il legittimo discendente del precedente Sovrano fr. Pica 33° e che, quindi, la discendenza, la tradizione, la Bolla e quant’altro sono di sua totale pertinenza. Stabilisce anche che la successione legittima spetta al suo successore fr. Fausto Bruni 33°. Questo è l’unico dato fisso ed incontrovertibile. Dal 1988, nessuna pronuncia né profana né massonica è stata emessa sulla legittimità della discendenza e, quindi, del possesso della Bolla. A metà degli anni 90’ c’è stata la scissione Bruni/Manno; scissione che ha evidenziato un dubbio. Con decreto sovrano n. 94/fb del 12 marzo 1994 il fr. Bruni 33° ha ceduto i suoi poteri e prerogative al Luogotenente fr. Domenico Manno 33° e si è, quindi, dimesso dall’Ordine, perdendo ovviamente ogni pretenzione alla dignità di Sovrano. Successivamente il fr. Bruni 33° ha ripreso unilateralmente la suddetta dignità. Il fr. Manno 33° contestò l’allontanamento dalla ortodossia scozzese del fr. Bruni 33° ed avvalendosi dei poteri e prerogative a lui conferiti, ricostituì il Supremo Consiglio d’Italia nel 1998. Mentre è accertata la trasmissione dei poteri e prerogative al fr. Manno 33°, non abbiamo alcun documento relativamente la correttezza dell’iter previsto per la regolarizzazione nell’Ordine, quindi nel Rito, la nomina a membro effettivo del Supremo Consiglio ed infine la rielezione a Sovrano del fr. Bruni 33°. L’attuale Supremo Consiglio - discendenza Bruni, afferma di avere la documentazione necessaria, ma sino ad ora nulla è stato palesato,né in via breve, né in forma ufficiale. Mentre il Supremo Consiglio del fr. Manno 33° non ha avuto alcuna problema a mostrare la documentazione in suo possesso, che noi abbiamo puntualmente pubblicato. Nel 2000 è stato riconosciuto come unico legittimo in Italia dal Supremo Consiglio di Francia, ovvero da chi ci costituì nel 1805.  Invece quello del fr. Bruni 33°, poi del fr. Carlesi 33°, del fr. Cocchi 33° e del fr. Benincasa 33°, ha subìto un’ulteriore scissione, causata proprio dal fr. Bruni 33°. Il quale costituì un altro Supremo Consiglio, espellendo tutti i membri dell’altro organo. Gli espulsi hanno fatto ricorso alla magistratura ordinaria per impugnare il provvedimento, riconoscendo de facto i poteri e le decisioni del Sovrano fr. Bruni 33°, come evidenziato anche dal Supremo Consiglio di Palazzo Giustiniani nella causa del 2014, ora in appello. Da questa scissione è nata la discendenza Bruni/Morace, che si è recentemente unita con il Supremo Consiglio d’Italia – Palazzo Giustiniani, intentando causa ai custodi del documento, giacente nella cassetta di sicurezza n. 1015 di una filiale dell’Unicredit per il possesso della Bolla. Le vicende sono molto complicate e, ad eccezione delle certezze della sentenza del 1988, del decreto per il passaggio dei poteri al fr. Manno 33° e del riconoscimento del Supremo Consiglio di Francia, nulla è ancora accertato. La sentenza del Tribunale di Roma del luglio del 2014 non precisa alcuna legittimità, limitandosi a ribadire quanto stabilito dalla sentenza del 1988. Noi tutti desidereremmo che le parti mostrassero i documenti in loro possesso in un incontro massonico e non profano, al fine di dirimere definitivamente la questione della Bolla e della legittimità. Sarebbe veramente un momento storico per la Massoneria italiana, ma forse qualcuno non è sicuro del proprio status ed ha deciso per il silenzio oppure………...