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Non muri, ma ponti PDF Stampa E-mail
Mercoledì 05 Agosto 2015 19:37

Il Pontefice Francesco ha usato questa espressione per indicare la via del dialogo. La Massoneria si dice universale, ma mai quanto in questo periodo storico è divisa e personalizzata. Alcuni massoni “visionari” continuano a volere il dialogo, mentre tanti, diciamo conservatori, rimangono fermi nelle loro posizioni. Un massone, vecchio stile, ma illuminato, ha detto: “ …… appartengo da secoli ad una antica famiglia di latifondisti; siamo abituati alle grandi estensioni e non ai piccoli giardinetti ……”. Se stemperiamo queste parole dall’orgoglio di appartenenza, ritroviamo in esse quelle pronunciate da Einstein, il quale invitava l’uomo ad alzare la testa dalla sabbia per essere abbagliato dall’immensità del mare. Alcuni illustri fratelli ci hanno redarguito per la nostra volontà di dialogo anche e soprattutto con il mondo profano, con la società civile, con le istituzioni, confondendo tra il concetto di riservatezza, propria di ogni essere evoluto, e segreto. Noi abbiamo segreti, dalla parola secretum, iniziatici, ovvero livelli di conoscenza da acquisire con il tempo, lo studio ed il lavoro, ai quali possono arrivare tutti coloro che desiderano elevarsi, ma non siamo segreti. Siamo, come sopra già evidenziato, riservati. Ma lo sono i professionisti nelle loro professioni, gli artigiani ed artisti nella loro arte, le massaie nelle loro ricette, e così via. Sembra quasi che si tema un confronto, avendo colpe e macchie da coprire. Non dobbiamo lamentarci, poi, se l’opinione pubblica ed i media associano la massoneria al malaffare. È ormai entrata nell’uso comune l’espressione “ sei un ladro, un delinquente e forse anche massone”. E noi rispondiamo con il silenzio dei saggi o dei pavidi?