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Depositato il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo PDF Stampa E-mail
Mercoledì 19 Aprile 2017 21:45

Riportiamo integralmente il comunicato del Grande Oriente d’Italia, pubblicato sul sito ufficiale dell’Obbedienza e plaudiamo alla fermezza ed alla determinazione. L’azione della Commissione Antimafia,

nonostante la correttezza e la disponibilità al dialogo delle Obbedienze convocate in audizione, era stata improntata sul mostrare i muscoli ed a piegarsi alle esigenze politico/propagandiste di alcuni partiti politici. Ci auguriamo che la Corte di Strasburgo, come altre volte, sappia ristabilire gli equilibri ed il rispetto della libertà di associarsi. Ecco il Comunicato: “Il Grande Oriente d’Italia comunica di aver depositato dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ricorso ex art. 34 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo unitamente a una istanza di provvedimenti cautelari ex art. 39 del regolamento di Procedura della Corte EDU, avverso le iniziative poste in essere dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali, anche straniere, e dai suoi componenti, culminate nel provvedimento di perquisizione e sequestro del 1° marzo 2017, e nelle successive attività fortemente discriminatorie comunque poste in essere anche in violazione della legge istitutiva nr. 87/2013. Oltre alle iniziative già prese dinanzi alla competente Magistratura, il ricorso trova la sua ragione nella inesistenza di rimedi giurisdizionali propri nazionali nei confronti del provvedimento emesso dalla Commissione, inesistenza più volte riaffermata anche successivamente alla nota sentenza delle Sezioni Unite della Suprema Corte del 12 marzo 1983 n. 4. Il Grande Oriente d’Italia intende con tali azioni riaffermare lo spirito e il senso dei principi costituzionali calpestati dalle iniziative poste in essere oggi soltanto in danno della Libera Muratoria ma comunque potenzialmente dannose per la libertà di associazione e per la tutela della riservatezza delle persone.”

Kadosch