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14 Febbraio – San Valentino PDF Stampa E-mail
Venerdì 14 Febbraio 2020 10:40

È la festa più famosa e festeggiata del mondo. Oggi questa ricorrenza è soprattutto sinonimo di consumismo e romanticismo a buon mercato ma non è sempre stato così, anzi, sotto una maschera sgargiante il 14 Febbraio cela il vero Principe d’Amore che ci attende con le sue frecce, al fianco della sua splendente Madre Afrodite. Antica Festa della Fertilità. Il 14 di Febbraio, l’antico popolo romano festeggiava i Lupercalia, festa dedicata al dio Fauno Luperco e Giunone. Tuttavia dal IV secolo a. C. nella festa fu introdotto un rito della fertilità, retaggio del culto della Dea Madre, professato dagli Oschi, un antico popolo italico, proveniente dalle valli del Volturno e del Sangro e che fu poi inglobato nella leggenda di Romolo e Remo.

La leggenda narra che presso il Tevere, all’ombra di un fico detto ruminale, durante la stagione calda i pastori portavano i buoi e gli armenti e, in un recinto dedicato alla Dea Rumina, protettrice dei lattanti, facessero offerte di latte sull’altare a lei dedicato. Si narra che una mattina apparve Fauno Luperco, una divinità delle selve e dei boschi, cacciatore di ninfe, fratello di Fauna, la Madre Terra. Presto queste due figure furono sostituite da Pan, dio del Panico, al seguito di Dioniso e personificazione della dimensione selvaggia e incontrollabile della natura e dalle "Grandi Madri" romane "Ruma, Rea Silva, Fauna e Acca Laurentia”, a loro volta incarnate nella mitica "Lupa". Fu così che ebbe origine la celebrazione, durante questa festa, di una sorta di "Lotteria della fertilità". In un’urna erano posti i nomi degli aspiranti "fauni" e di altrettante vergini fanciulle, rappresentanti le "lupe-ninfe" che dovevano essere fecondate. Un fanciullo procedeva all’estrazione, che dava luogo alle coppie sacre che, per un anno intero, avrebbero vissuto insieme in intimità, affinché il rito fosse concluso. In questi riti, l’amore si profila più che come il sentimento che oggi conosciamo, come la forza fecondante e generatrice della Natura. In una società costantemente minacciata dalla morte, fra genti continuamente decimate da guerre, pestilenze e carestie l’amore era percepito specialmente come potenza e forza necessaria e indispensabile alla sopravvivenza, celebrando la vita che continua in tutta la sua potenza. I Lupercali furono tra le feste più radicate nel cuore del popolo Romano, tanto che ancora nel V secolo d. C. erano festeggiati, nonostante quasi tutta la popolazione fosse ormai cristiana. Ciò metteva la Chiesa Cattolica in una posizione non facile: non poteva proibire i Lupercali senza scatenare una sommossa popolare e non poteva tollerarli, poiché ciò avrebbe segnato una sua sconfitta, il rischio di un seme pagano in un regno invece unito sotto la nuova Croce! Era necessario sostituire la festività con una celebrazione simile e soprattutto altrettanto amata, ma quale? Non sappiamo chi fu il genio ma qualcuno si ricordò di un santo martire perfetto per l’occasione, amato dal popolo, pio e protettore delle giovani coppie: San Valentino da Terni o San Valentino da Interamna. La leggenda narra che Valentino, si convertì giovanissimo al Cristianesimo e che la sua fede fosse tanto ardente che fu nominato vescovo a soli 25 anni, nel 197 d. C. A quel tempo la religione Cristiana era ancora illegale nell’Impero, e così il giovane vescovo finì per essere arrestato. Invece di abbattersi, Valentino tentò di convertire al Cristianesimo l’Imperatore Claudio, ma senza successo, in compenso questi lo graziò affidandolo ad Asterius, un nobile romano, padre di una dolce fanciulla cieca. Secondo la leggenda, fra Valentino e la giovane nacquero teneri sentimenti, tali che Valentino, grazie alla sua fede, ridiede la vista alla giovane. Un’altra leggenda, narra che il Santo ha ispirato l’amore nel cuore di due giovani litigiosi, che aveva incontrato un giorno sul suo cammino con l’ausilio di due colombi (tra l’altro animali sacri a Venere). Ciò che ha reso tuttavia il Vescovo Valentino protettore degli innamorati non è un miracolo ma un semplice atto di vero amore che gli costò la vita. Un giorno si recò da lui una giovane e nobile cristiana, Serapia. La fanciulla era innamorata di un giovane centurione, Sabino, di religione pagana. E’ facile immaginare come le nozze dei due fossero ostacolate tanto più che i matrimoni cristiani erano proibiti. Valentino accolse i giovani a braccia aperte e, dopo aver battezzato Sabino, li unì in matrimonio. Ovviamente la famiglia di Sabino non perse tempo e lo denunciò e così Valentino fu arrestato insieme ai due giovani che avevano commesso il delitto di amarsi e, tutti e tre, furono decapitati. Ovviamente la decapitazione fu eseguita il 14 di febbraio, perché la commemorazione del Santo potesse ben sostituire le celebrazioni dei Lupercali. Finalmente la Festa degli Innamorati Con la stessa facilità con cui gli antichi popoli latini avevano dimenticato Fauno in favore di Pan, i Romani accolsero San Valentino e dimenticarono Luperco. San Valentino fu dichiarato protettore degli innamorati e, a dispetto dei nomi, il 14 Febbraio si continuò a festeggiare l’amore e la vita che si rinnova, sebbene con diversi simboli e nomi. La forza primordiale della Natura si era trasformata in un sentimento potente, capace di operare miracoli nell’animo umano e nell’ambiente circostante, e capace di infondere nei cuori il coraggio sufficiente a sfidare e vincere la morte. La storia di Valentino possiede la Forza e la Bellezza della Verità e dell’Universalità, oltrepassa i fini dei suoi promotori, sfugge ai disegni propagandistici del nuovo impero, spingendo a seguire il proprio cuore con trasporto e fermezza, al di sopra di ogni legge umana, compresa quella Cattolica. Questa storia fa dell’Amore l’unica vera legge. Leggendo fra le righe di questa leggenda, scopriamo che l’amore tra uomo e donna é un vincolo sacro non per la sua canonizzazione ma per la sua stessa esistenza (Valentino non stabilisce infatti alcun vincolo con la giovane cui ridà la vista per amore) continuando così la tradizione dei Lupercali, nella quale esso è la Forza-Motore della Vita oltre e al di sopra di ogni legge. La prova ci viene dal fatto che questa ricorrenza raggiunse il suo momento più alto nel periodo apparentemente meno appropriato: il Medioevo, il secolo di maggiore repressione, in quel secolo marchiato come buio, fosco e triste. Pare, infatti, che il 14 Febbraio fosse dedicato agli innamorati già dai primi secoli del II Millennio. Secondo le fonti più accreditate, tale celebrazione é da ricondursi al circolo di Geoffrey Chaucer, il quale, nel «Parlamento degli Uccelli» associa tale ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra e Anna di Boemia. Il 14 Febbraio 1400 fu fondato, a Parigi, un organo molto importante che fa invidia alla nostra illuminata epoca moderna: l’Alto Tribunale dell’Amore, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. I giudici erano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore. In ogni caso pare che già nell’alto Medio Evo sia nata l’usanza, tra gli innamorati, di scambiarsi delle "Valentine" in occasione di questa ricorrenza. La più antica "Valentina", di cui sia rimasta traccia, risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d’Orléans mentre era detenuto nella Torre di Londra in seguito alla sconfitta nella battaglia di Agincourt (1415) e dedicata a sua moglie. La storica Valentina recita: «Je suis desja d’amour danné, ma tres doulce Valentinée...» (Sono già d’amor dannato mia dolcissima Valentina...). In epoca Romantica, questa celebrazione raggiunge il suo apice e già a metà del XIX secolo furono prodotti i primi bigliettini di S. Valentino in tiratura industriale e commercializzati. Da lì ai regali costosi e il consumismo odierno il passo fu breve, ma noi crediamo che la Forza dell’Amore si faccia ancor oggi beffe dei poveri piccoli umani, tornando, ogni 14 Febbraio, insieme ai primi teneri germogli e i timidi fili d’erba, speranza e prova della Vita che si genera e rigenera sempre da sé stessa. Per questo motivo, crediamo sia opportuno festeggiare S. Valentino, poiché, al di là delle personali credenze, questo è il giorno dell’Amore, il giorno trionfale di tutti gli Innamorati, innamorati non solo di un uomo o una donna, ma innamorati dell’amore stesso, innamorati della vita.


Gli attributi di Venere sono le Colombe, il Mirto e le Mele. I suoi colori sono il rosso e l’azzurro simbolici del duplice aspetto della Dea