Contenuto Principale
English (United Kingdom)Italiano (Italia)
L’Equinozio ai tempi della Rete PDF Print E-mail
Saturday, 21 March 2020 07:38

Quando mi viene chiesto di scrivere un articolo, soprattutto di matrice filosofica o esoterica, è mia abitudine fare un giro sul web. Non tanto per cercare ispirazione, quanto per verificare cosa è già presente in termini di informazione ed evitare di scrivere concetti già a disposizione dei lettori. Quindi mi trovo a digitare su Google “equinozio di primavera – significato esoterico”, e mi scappa un sorriso. Oltre ad una punta di rimpianto per i tempi in cui Internet non esisteva, e se qualcuno desiderasse veramente fare un passo verso la Conoscenza, doveva darsi da fare.

Doveva trovare anzitutto il modo di approvvigionarsi dei giusti testi, e secondariamente mettersi in contatto con le persone in grado di guidarlo verso la comprensione di detti testi. I primi due risultati che compaiono su Google a seguito della mia ricerca partono senza mezze misure mettendo insieme Ermete Trismegisto, Angra Mainyu e Sham el Nessim: un minestrone di Alchimia, Zoroastrismo e antica sapienza Egizia. Tre concetti che, anche presi singolarmente, sono di una tale complessità cognitiva e filosofica che mi fa impressione vederli sbattuti su una pagina web e messi a libera disposizione di profani curiosi e disorientati, magari alla ricerca di facili incantesimi per migliorarsi la vita. Non ci si stupisca poi di come le Scienze Esoteriche siano percepite in modo crescentemente distorto dalla maggior parte delle persone. Personalmente, decido quindi di scrivere questo articolo partendo dalle basi, dalle cose piu’ semplici di cui nessuno parla perché non fanno sembrare intelligenti, ma che se ben comprese sono alla base della Conoscenza. E la cosa piu’ semplice me la puo’ rivelare mio figlio di 6 anni, che se interrogato mi sa dire orgogliosamente che oggi “le ore di buio sono uguali alle ore di luce”. Che cosa puo’ esistere di piu’ assoluto di questo? Ci sarebbero un milione di cose da scrivere intorno a questo concetto. Un equilibrio talmente perfetto che arriva solo due volte all’anno, nel contesto di un meccanismo ad orologeria che rende questi due momenti uguali e nello stesso tempo diversi, perché nell’Equinozio di primavera (oggi) il momento di equilibrio precede la graduale supremazia della Luce, nell’Equinozio d’Autunno quella dell’oscurità. Un’architettura perfetta, una danza dalla coreografia sempre uguale e sempre diversa. E in questi due giorni che dividono il ciclo Solare, la preziosità di un equilibrio talmente perfetto che non puo’ durare a lungo, perché ha bisogno di un altro ciclo per manifestarsi di nuovo. La Luce e la sua assenza, il negativo senza il quale il positivo non potrebbe affermarsi nella sua forza suprema, la bugia senza la quale la Verità non potrebbe essere svelata. L’equilibrio non puo’ durare perché comprometterebbe la perfezione dell’equilibrio stesso, lo diceva tanti anni fa Eugenio Montale, nella sua filosifia ermetica. “...l’anello che non tiene”, scriveva lui perché la perfezione sta proprio nell’imperfezione che trasforma la statica in dinamica, che scompone la materia affinché essa possa ricomporsi ciclicamente uguale. Sono stata in Brasile, anni fa, nella costa Nord Ovest, un luogo lontano dal facile turismo di massa. Durante quel viaggio sono venuta in contatto con una spiritualità rurale, un esoterismo e una filosofia grezzi e semplici, con echi africani, lontani dalla pretenziosità del mondo nord occidentale e nello stesso tempo latori di grande saggezza. Ho avuto modo di essere iniziata al culto degli Orixas, divinità afro brasiliane con un inattesi risvolti ermetici e connessioni con l’Alchimia occidentale. In questo contesto, l’equinozio è celebrato nel segno di Obà, l’Orixas che presiede al ciclo dell’Acqua. Solstizi ed equinozi sono associati a diverse fasi del ciclo dell’acqua e della Luce, che insieme costituiscono in sostanza il ciclo della vita. L’Acqua come fonte primaria e originaria di Vita, il cui ciclo non puo’ prescindere dalla Luce. Cio’ che mi aveva impressionato all’epoca era stata l’assoluta corrispondenza nei confronti di concetti apparentemente figli della filosofia esoterica ebraico-cristiana, pur in una cultura ferina e ancestrale. Nell’equinozio di primavera Obà si congiunge con Xiango, l’Orixas del Fuoco che da un lato è luce, la luce finalmente in perfetto equilibrio con il buio, dall’altro lato è l’eccesso di passione e di amore carnale (e qui mi verrebbe da fare un lungo discorso su Angra Mainyu. Mi verrebbe anche da parlare del processo Mercuriale, ma avevo promesso all’inizio che non l’avrei fatto). Nessuna ricerca sul web, in questo caso nemmeno i libri bensi’ un viaggio (nel senso tradizionale ma anche esoterico del termine) mi hanno istruita su una verità fondamentale, e cioè che la Conoscenza alla fine è insita nella natura umana e il nostro compito è quello di disvelarla. L’interpretazione filosofica degli equinozi e dei solstizi è alla fine la stessa in ogni parte del mondo, nelle religioni e filosofie piu’ diverse, cambiano soltanto i nomi e le metafore per definirla. E pensando cosi’ a ruota libera, non posso non citare la Croce del Sud, il simbolo dell’equinozio di Primavera ai tempi dell’impero Babilonese. La Croce del Sud è la piu’ visibile costellazione del cielo dell’emisfero meridionale, ed è particolarmente luminosa in questa notte. Gli antichi sacerdoti avevano dunque eletto la Croce come simbolo sacro della rinascita e dell’ascesa della Luce; e proprio una Croce era l’ultimo segno grafico della scrittura alfabetica Babilonese, con il nome di “Adempimento”. Secoli dopo, la croce sarebbe diventata il simbolo universale di rinascita secondo la dottrina filosofica Cristiana che tutti conosciamo. È capitato diverse volte che mi venisse chiesto un consiglio su come vivere e celebrare questo giorno. Mi piace in proposito citare Papus, che ho sempre apprezzato enormemente per la semplicità con cui esprimeva concetti esotericamente molto complessi, e che insisteva spesso sull’importanza dell’Analogia, in particolare sulla corrispondenza fra gli eventi naturali e la persona umana. Spesso nei suoi testi rimandava i lettori alla meditazione sull’avvicendarsi delle stagioni e sui cicli di Luce e oscurità, invitando a trovare la corrispondenza interiorie ed il relativo opporsi delle forze positive e negative dello Spirito. Personalmente, questo è il mio modo di vivere l’equinozio di primavera: ricercare l’armonia con le forze naturali e di conseguenza il mio personale rapporto fra la Luce e l’assenza di essa; celebrare il loro equilibrio con la consapevolezza che sarà destinato a cadere per poi ricrearsi, in una dinamica che fa da forza motrice al ciclo della vita. Certamente è complicato (ri)stabilire un contatto con la Natura nei tempi difficili in cui viviamo oggi, giorni in cui una semplice passeggiata costituisce un divieto. Tuttavia anche un piccolo gesto, se consapevole, puo’ essere importante. All’inizio del mio percorso esoterico, durante la giovinezza, ricordo che anche la semplice azione di affacciarsi alla finestra e respirare l’aria fresca, vedere gli alberi e le colline in lontananza, aveva il sentore come di una connessione con il Tutto, una specie di magia. All’epoca mi vergognavo un po’ di questa parola, la trovavo sciocca e ridondante, oggi ho imparato che è una parola con molte facce e che probabilmente non era cosi’ lontana dalla realtà.

Athena