“Non c’è trippa pe’ gatti” Print
Tuesday, 09 December 2014 09:45

È la tipica battuta romanesca per indicare che sono finiti i privilegi! Fu pronunciata dal fratello Ernesto Nathan, il sindaco massone di Roma prima della Grande Guerra, rimasto famoso per la sua proverbiale correttezza e probità, e che moralizzò la vita pubblica capitolina e ripianò il bilancio del Comune di Roma. Sono ormai anni che il mondo politico nazionale e territoriale ci offre uno spettacolo talmente shoccante da far fatica a credere. Si parla del Procuratore dr. Caselli a capo del neo Assessorato della Trasparenza del Comune di Roma. È un uomo di grande spessore che sicuramente potrà fare bene, ma ci chiediamo: in tutti questi anni molti, tutti dell’ambiente sapevano ma nessuno ha mai parlato, sia per connivenza sia per timore. Ecco il vero degrado morale e sociale, che permette al malcostume ed alla corruzione di vivere e prosperare. Da molto tempo il nostro magazine sta agendo in favore di una inversione di tendenza; all’inizio di settembre, ha organizzato un convegno, ospite del comune di Locri, sul tema scabroso delle massonerie irregolari o meno colluse con la malavita. Ha, poi nel corso dei mesi successivi, pubblicato vari articoli per ricordare ai fratelli quanto sia inopportuno che la Massoneria possa essere coinvolta o sola avvicinata dal mondo politico e, quindi, dal “mondo di mezzo”. Qualcuno dirà che Nathan fu un grande massone e sindaco, forse il migliore. Si, è vero, ma c’è un Nathan tra gli attuali massoni? È nostra opinione e posizione che i fratelli, e specialmente i vertici, si debbano tener ben lontani dalla politica attiva od assumere posizioni ed incarichi nei partiti, specialmente in territori borderline. La nostra finalità è di formare uomini ed ottimi cittadini, non di essere di “parte”. Dobbiamo essere uomini liberi, esempio di moralità e di equilibrio. Se siamo politicamente schierati ed attivamente impegnati, siamo ovviamente di “parte” e, forse, soggetti alle opportunità ed alle convenienza dei partiti e delle loro finalità, che spesso divergono dalla “mission” della Massoneria e dal suo percorso. Siamo certi che molti massoni stiano riflettendo sulle nostre parole e si chiedano quale atteggiamento assumere sia all’interno che all’esterno delle proprie obbedienze di appartenenza. Specialmente per le nuove adesioni; sulla Repubblica di lunedì 8 dicembre a pagina 6 articolo Primo Piano, si legge che il figlio dell’ex capo della Banda della Magliana aveva fatto domanda di ingresso al Grande Oriente d’Italia e che solo la scoperta di una fedina penale non immacolata ne aveva fermato l’ingresso! Ci chiediamo: chi è stato quello sventurato fratello che ha avallato la domanda? L’articolo ne cita il nome. Noi non possiamo né vogliamo dare consigli od indicazioni, perché sarebbero di “parte”. Possiamo unicamente dire a noi stessi: attenzione non alla politica, che è una “cosa” positiva per la collettività, ma alle mille relazioni, aderenze e connivenze con il mondo degli affari, del malaffare, della criminalità organizzata, sia direttamente che indirettamente. Il così detto “mondo di mezzo”. Noi possiamo solo pensare che sia necessario isolare quei fratelli e quelle obbedienze, che potrebbero avere coinvolgimenti o contatti, anche indiretti, con il mondo politico colluso. “Tutti vorrebbero cambiare l’Umanità, ma a nessuno viene l’idea di trasformare se stesso” Leone Tolstoj