Soltizio d'Inverno Print
Wednesday, 26 December 2012 19:04

altLa fine dell'anno 2012 si sta avvicinando, così come la predizione della fine del mondo, ma noi iniziati di ogni tempo e luogo ben sappiamo che il ciclo della vita universale è dettato da metempsicosi e catarsi.
Il Solstizio d'Inverno ci aiuterà con il suo perfetto equilibrio a trovare in noi quella energia suprema che ci permetterà di ritornare umili, ma forti verso il punto comune. In Unum Cogere. Julius Evola ci ricorda come Sol, la divinità solare, appare già tra le divinità delle origini romane.
E’ fondamentale a questo punto comprendere come tale rinascita solare rappresenti il simbolo di una rigenerazione cosmica, in cui il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua seconda nascita spirituale, sviluppando e superando il proprio stato sottile, nella notte del solstizio d’inverno, quando è possibile accedere alla "via degli dei” della tradizione indù, alla contrada ascendente e divina in cui l’uomo, restaurando in sé l’Adamo Primordiale, può intraprendere la strada dello sviluppo sovraindividuale.
Questo è il momento in cui, quando la notte diviene padrona e il buio è totale, è necessario mantenere accesa la fiamma della Speranza, che al mattino, con l’alba, diventerà trionfante. Nei tarocchi ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l'unione fra spirito e materia. Il Bagatto ha già davanti a sé tutti i simboli del potere materiale ed è il personaggio che intraprende l'Opera alchemica, lavorando con i tre principi e i quattro elementi (i tre piedi e i quattro angoli del tavolo), grazie alla quale ogni uomo è un metallo, che portato alla sua perfezione, viene chiamato Oro.
Il senso più alto della carta è dato dal suo numero, che è l’uno e che indica il motore immobile, il Principio di tutte le cose, anche se il suo cappello a forma di otto allungato simboleggia il movimento d’elevazione spirituale che conduce alla quadratura del cerchio. Uscendo dalla Caverna Cosmica, con il Solstizio d'Inverno, perciò, si passa dal nulla all'unità, geometricamente cioè, dal divenire sensibile, rappresentato dal simbolo della circonferenza, si passa all’eterno presente, che nell’uno e nel centro si esplicita perfettamente.
L'Uomo possiede in sé l'Unità dell'Uno e l'immensità dell'Universo. Spes Ultima Dea diventi la certezza del nostro presente di uomini, di iniziati e di massoni. ”Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.

Kadosch