Ancora notizie dal mondo della Massoneria italiana |
Friday, 15 January 2016 06:21 |
Sono usciti alcuni articoli, di cui riportiamo i riferimenti, che parlano di una azione di avvicinamento tra il Grande Oriente d’Italia e la Gran Loggia Regolare d’Italia. Come è noto, la Gran Loggia
Unita d’Inghilterra riconosce per l’Italia unicamente la Gran Loggia Regolare d’Italia sin dal 1993, mentre ha deliberato che il Grande Oriente d’Italia è un’obbedienza regolare ma non riconosciuta. Sia Raffi che l’attuale Gran Maestro Stefano Bisi hanno tentato più volte di riottenere il Riconoscimento, ma senza alcun risultato. Il problema? La UGLE ha rilevato una posizione politica del GOI esteriorizzata, contraria ai rigidi dettami della massoneria inglese. Così ci viene riferito. Sembra che ad una recente lettera di Stefano Bisi, la UGLE abbia risposto molto duramente con il suo Gran Segretario. E poi, è totalmente ostativo l’art. 2 della costituzione del GOI che prevede l’assoluta sovranità in Italia; solo se la Gran Loggia di marzo del GOI dovesse deliberare la modifica e prevedere la molteplicità di presenze massoniche in Italia ci potrebbero essere le condizioni di un trattato di amicizia e di riconoscimento tra le due obbedienze italiane. Ma sembra che la base del GOI sia contraria alla modifica. Cosa succederà? Non lo sappiamo, ma possiamo immaginare che potrebbe essere un primo passo verso una unificazione. Molto positivo. Ma questa potrebbe essere una evoluzione negativa del Rito Scozzese Antico e Accettato in Italia, che probabilmente potrebbe essere messo da parte dal GOI pur di ottenere il riconoscimento inglese. Ci viene in mente il periodo 1993/5, quando la GLRI si fuse con l’Obbedienza di Bruni, con il progetto di unificare i riconoscimenti: la GLRI avrebbe portato quello inglese dell’Ordine ed il Supremo Consiglio di Bruni avrebbe potuto aspirare al riconoscimento americano. E tutti sappiamo bene come andò a finire! La UGLE si oppose duramente e la fusione durò pochissimo. Forse è questo lo scenario che avremo nuovamente? Noi sappiamo che ormai nel GOI si parla sempre di Ordine, mentre i molteplici Riti hanno una vita separata ed autonoma. È in grande ascesa il Rito di York. Questo avvicinamento tra il GOI e la GLRI creerà certamente un isolamento dei Riti. La UGLE e la GLRI hanno l’Arco Reale, il Marchio, l’Ordine dei Templari, di Malta, etc. il Rito Antico e Accettato ha rapporti con il Supremo Consiglio di Boston, ma non ha rapporti con il Supremo Consiglio di Turchia e di Israele per motivi di appartenenza religiosa. È un bel rebus! Perché non pensare a rilanciare la tradizione massonica italiana? Forse il Rito Scozzese Antico e Accennato italiano potrebbe essere un momento di aggregazione iniziatico. Ci auguriamo che gli Scozzesi comprendano il loro importante ruolo.
Mercoledì, 17/02/2016 - 08:28 Sole 24 Ore Il cardinale abbraccia i massoni. Ma è un abbraccio da lontano. Ravasi invita le logge al dialogo. I tradizionalisti insorgono sul web. Ecco la storia di un rapporto difficile Il cardinal Ravasi scrive una lettera ai «cari fratelli massoni» (Il Sole 24ore, ultimo inserto domenicale) e nel campo del cattolicesimo tradizionalista scoppia un putiferio (su internet). Ma a parlar male della Massoneria talvolta le si fa un piacere. Lo scandalo P2, per esempio, provocò una valanga di richieste di ingresso. Perché, di tutto, gli italiani avevano capito che esisteva una potente «associazione di mutuo soccorso tra fratelli» (parole del sociologo ed ex massone Léo Moulin). Forse per questo il Cardinal Ravasi ha deciso di parlarne bene. Malizie a parte, Ravasi è un uomo di Chiesa tra i più colti e, se ha intitolato “Cari fratelli massoni” un suo articolo sull'inserto domenicale de Il Sole 24ore, non fa altro che inserirsi nel Giubileo della Misericordia e nella politica della mano tesa (che da parte clericale usa chiamar «dialogo») voluta e applicata da papa Francesco. Se con l'ultimo Concilio è cambiata la musica nei riguardi della religione ebraica (da «perfidi giudei» a «fratelli maggiori»), perché non si dovrebbe fare lo stesso con quella massonica? Il termine non stupisca. La libera muratoria accoglie ogni credo e chiama ciò «tolleranza»; invece per la Chiesa è relativismo, ed è qui il problema. Il massone venera un Dio molto diverso da quelli altrui, un Grande Architetto che lascia agli «iniziati» il compito di guidare l'umanità verso la perfezione morale. Che, però, non è quella predicata dalla Chiesa (si pensi, oggi, a divorzio, aborto e nozze gay). Da qui le oltre 500 condanne fulminate in tre secoli alla Massoneria. Con esse la Chiesa dice ai fedeli che non si può essere cattolici e massoni, come non si può essere cattolici e musulmani. La Massoneria dice di sì, ma la Chiesa dice no, perché non è affatto come essere cattolici e juventini. Chiarito ciò, nulla vieta che si possa dialogare ad libitum, perché, come sottolinea Ravasi e come concorda il sito del Grande Oriente, i punti in comune non mancano. La Massoneria fa molta beneficenza, per esempio, e tiene in grande onore Gesù e il Vangelo. Solo che Gesù è per essa alla stregua di un Socrate, e il Vangelo che onora è quello di Giovanni, sempre aperto in loggia alla pagina del Prologo (ma il Logos è letto in chiave gnosticheggiante). Il fatto è che anche gli islamici onorano Gesù e i vangeli, e pure loro annoverano punti di contatto. La storia, però, insegna che i contrasti fra parenti sono più aspri di quelli fra estranei. Si pensi a sunniti e sciiti: hanno quasi tutto in comune, ma per quel «quasi» si scannano da sempre. Ravasi non ha fatto altro che manifestare il desiderio di superare la stagione di «ostilità, oltraggi, pregiudizi» reciproci, poiché «rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze».Aspettiamoci, chissà, la presenza anche di un Gran Maestro ai raduni multireligiosi di Assisi. La difficoltà, semmai, sarà per i massoni, non avendo essi un «papa» che li rappresenti tutti, divisi come sono nelle varie «obbedienze». A suo tempo una commissione congiunta di vescovi tedeschi e maestri massoni «dialogò» per anni, ma poi non se ne fece nulla per manifesta incompatibilità. Un illustre gesuita, il padre Esposito, scrisse anche un dettagliato volume sulle «grandi concordanze» tra Chiesa e Massoneria. E, come gesto di buona volontà, nel nuovo codice di diritto canonico la scomunica ai massoni non venne menzionata.Ma quando ci si accorse che ciò veniva letto come abolizione tout court la Congregazione per la Dottrina della Fede guidata da Ratzinger intervenne a precisare per iscritto: ti sei iscritto a una loggia? non puoi fare la comunione. Mutamento di toni e scambio di cortesie non implica affatto cambiamento di posizioni, cosa che Ravasi ha ribadito e cui la Fratellanza ha convenuto. Per quanto riguarda le «concordanze», beh, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Per forza, la Massoneria è nata in casa cristiana e molti dei simboli che usa sono giudaico-cristiani. La Massoneria odierna, detta «speculativa», nacque a Londra nel 1717 da quella «operativa», cioè dalle antiche corporazioni di costruttori (muratori). Queste, nei secoli, avevano sviluppato una complessa simbologia tratta dal cristianesimo e legata agli attrezzi e alle operazioni del mestiere: un apprendista, seguendo le indicazioni del suo maestro, diventava sia un buon costruttore che un buon cristiano. Scomparse le corporazioni rimasero i simboli e i rituali, su cui nel XVIII secolo si innestò la filosofia deista inglese (illuminista in Francia). In quel secolo appena uscito dalle guerre tra cattolici e protestanti, ecco la nuova religione che, levandosi al di sopra delle altre, poteva mettere d'accordo tutti. George Washington, dovendo giurare sulla Bibbia come primo presidente, tagliò il nodo gordiano (quale Bibbia, in un Paese diviso in miriadi di fedi cristiane?) usando quella della sua loggia. Sulla quale ancora oggi i presidenti americani giurano. Una nuova religione, appunto. E fin dal 1738 la Chiesa vietò ai suoi fedeli di farne parte. Da allora le legnate reciproche sono andate in crescendo. Leone XIII dedicò un'intera enciclica al tema, significativamente intitolata Inimica vis, «la forza nemica», e ancora oggi (posso assicurare per esperienza personale) l'odio per il «papismo» in certi attardati massoni rimane patologico. Ben venga, dunque, l'appaisement. Il problema, semmai, sarà come chiamarli. Fratelli «maggiori» sono gli ebrei, fratelli «separati» i protestanti; «minori» sarebbero gli islamici se non fossero usi a offendersi continuamente. «Cugini»? Così si chiamavano tra loro i carbonari, «braccio armato» risorgimentale. Boh. Già si fa fatica con i fratelli «dell'altro polmone» (copyright Wojtyla) ortodossi. http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/cardinale-abbraccia-i-massoni-abbraccio-lontano-1225898.html
Giovedì, 18 febbraio 2016 Vi spiego cosa succede davvero tra GLRI e GOI. Parla Fabio Venzi Conversazione con Fabio Venzi, Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia (GLRI) su un possibile riavvicinamento tra GLRI e il Grande Oriente d'Italia di Stefano Bisi Che succede tra i massoni italiani? È in corso un lento avvicinamento tra Grande Oriente d’Italia (GOI) e la Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI). Obiettivo: il (futuro) riconoscimento da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra – la loggia più antica al mondo – dell’obbedienza guidata da Stefano Bisi (GOI), disconosciuta nel ’93. Perché ciò avvenga, però, GLRI capitanata da Fabio Venzi deve dare un parere positivo alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra, una sorta di via libera (seppure non vincolante) per il riconoscimento del GOI capeggiato da Bisi. Nel ’93, infatti, quando il GOI perse l’appoggio dell’obbedienza inglese, nacque la Gran Loggia Regolare d’Italia che subito si fregiò del riconoscimento ritirato al GOI. LE PAROLE DI VENZI Ma nessuna riunificazione, spiega Fabio Venzi, Gran Maestro della GLRI, solo “un dialogo che potrebbe portare a una convivenza serena sul territorio tra queste due obbedienze che costituiscono un’anomalia in Europa“. In una conversazione con Formiche.net, il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia spiega perché è impossibile la riunificazione con il Grande Oriente d’Italia e quale è il ruolo della Gran Loggia Unita d’Inghilterra in un possibile riavvicinamento. IL RUOLO INGLESE “Non esiste una richiesta della Gran Loggia Unita d’Inghilterra riguardo il trattato d’amicizia, non esiste una lettera portata dal signor Leslie Hicks (portavoce della UGLE inglese) a nome del Gran Cancelliere Derek Dinsmore. Non esiste che l’Inghilterra non possa avere nel territorio italiano due obbedienze“, dice Venzi, che precisa: non è stata proposta nessuna raccomandazione per instaurare un rapporto di amicizia con il GOI e non esiste alcuna delibera approvata dal board del GLRI su tale proposta datata 19 dicembre 2015, a differenza di quanto scritto di recente da alcune testate. Ma che ci sia un avvicinamento, seppure in fase embrionale, non è infondato. Da parte dell’Inghilterra, dunque, ci sarebbe l’auspicio che tale riavvicinamento diventi realtà, ma non esistono tappe e tempistica definite. LA SCISSIONE DEL 1993 “Il riconoscimento inglese al GOI venne ‘presumibilmente’ tolto per esternazioni su politica e religione, ma le ragioni non sono mai state ufficialmente spiegate“, dice Fabio Venzi a proposito del ritiro del riconoscimento al Grande Oriente d’Italia da parte della Gran Loggia inglese, avvenuto nel ’93, proprio in concomitanza con la nascita della Gran Loggia Regolare d’Italia da lui oggi guidata e fondata dall’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Giuliano Di Bernardo. Sul sito del GOI si legge che Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro dal 1990 al 1993, fu espulso “per alto tradimento a seguito della sua secessione che originò, con pochi seguaci, un’altra organizzazione massonica. Tutto fu in concomitanza con un’indagine sulla Massoneria e presunte trame occulte, poi finita nel nulla e definitivamente archiviata nel 2000, condotta dall’allora procuratore della Repubblica di Palmi Agostino Cordova“. L’inchiesta di Cordova indagava i legami tra massoneria e criminalità organizzata, fu la prima inchiesta ad applicare la Legge Anselmi (Legge n. 17/1982 sulle associazioni segrete e come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione) e a ordinare il sequestro degli elenchi contenuti in un computer del Grande Oriente d’Italia, contenente l’archivio elettronico di tutte le logge massoniche italiane e in cui si sospettava ci fosse un elenco nascosto. L’inchiesta venne prima trasferita dalla Procura di Palmi a quella di Roma, e poi archiviata nel 2001 (qui la ricostruzione), ma non è da escludere che sia una delle ragioni del ritiro del riconoscimento al GOI da parte della Gran Loggia inglese. L’ANOMALIA ITALIANA Quando nacque l’obbedienza rappresentata da Fabio Venzi, nel ’93, una parte delle logge europee, spiega il Gran Maestro, riconobbe la GLRI – “tra le quali la più importante, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra” – e una parte continuò a riconoscere il Grande Oriente d’Italia, guidato ora da Stefano Bisi. “È una situazione anomala – spiega ancora Venzi – in quanto siamo due obbedienze sul territorio considerate ambedue regolari”. Prima del ’93 a essere riconosciuta dalla Gran Loggia inglese era il Grande Oriente d’Italia che venne però disconosciuto a seguito di dichiarazioni inopportune su politica e religione che, spiega Venzi, non sono consentite alle logge massoniche. Tolto il riconoscimento al GOI, nacque la Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI), fondata da Giuliano Di Bernardo (già Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia) che ottenne immediatamente il riconoscimento dalla loggia inglese, che ancora conserva. “Si auspica, in futuro, avendo l’Inghilterra la possibilità di riconoscere due obbedienze nello stesso territorio, che si creino i presupposti di una convivenza, rimanendo ovviamente autonome, con le nostre peculiarità, tra le due obbedienze, cosa che stiamo valutando“, dice Venzi. “La nostra obbedienza – precisa il capo di GLRI – ha spiegato che ci sono delle problematiche sulle reciproche costituzioni, perché sia il GOI che la GLRI si considerano le uniche legittime sul territorio italiano. Fino a che non verranno modificate le costituzioni è ovvio che sia impossibile parlare di un rapporto di amicizia o di una reciproca legittimazione“. COSA SERVE AL GRANDE ORIENTE PER AVERE IL RICONOSCIMENTO Il GOI – spiega il Gran Maestro Venzi – per poter ottenere il riconoscimento dalla Gran Loggia inglese ha bisogno del parere positivo dell’obbedienza che già è riconosciuta, ossia il GLRI, che ha il diritto di dare la propria opinione sull’argomento, “ma la Gran Loggia Unita d’Inghilterra – spiega Venzi – è sovrana ed ha l’autonomia e l’autorità di prendere le sue decisioni“. Il parere positivo della Glri sarebbe vincolato alla modifica delle costituzioni delle due obbedienze, processo lungo e non certo nei risultati. “Noi, se ci fosse la volontà da parte del GOI di farlo saremmo anche disposti”, ma tutto andrebbe comunque valutato dall’assemblea della Gran Loggia Regolare d’Italia (composta da tutti i Maestri Venerabili e dai Grandi ufficiali, in carica ed ex, per un totale di circa 400 persone). http://loggiaheredom1224.blogspot.it/2016/02/vi-spiego-cosa-succede-davvero-tra-glri.html
Martedì, 9 febbraio 2016 - 13:44:00 Massoneria verso la loggia unica? Il Gran Maestro Bisi frena. Il Gran Maestro del Goi Stefano Bisi ad Affaritaliani.it: "Loggia unica della massoneria? Non è all'ordine del giorno". Frenata sull'unificazione con la Gran Loggia Regolare d'Italia. Sullo sfondo il ruolo dei massoni inglesi Rivoluzione nella massoneria italiana. Grande Oriente d'Italia e Gran Loggia Regolare d'Italia verso la fusione? Ne è convinto il Sole 24 Ore, che parla di un regolare trattato di amicizia promosso dalla UGLE (la Gran Loggia Unita d'Inghilterra). Ma Stefano Bisi, il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia (la più numerosa loggia massonica italiana), contattato da Affaritaliani.it frena: "Unificazione? No, non è all'ordine del giorno". Una smentita che pone dei dubbi sulla strada dell'unione. A quanto risulta al Sole 24 Ore il Consiglio delle Proposte Generali della Gran Loggia Regolare d'Italia, sabato 19 dicembre 2015 ha approvato la raccomandazione per instaurare un rapporto di amicizia con il Grande Oriente d'Italia e la delibera sarà presentata alla GLRI per l'approvazione definitiva. Una mossa che sarebbe motivata dall'orientamento dell'UGLE, che va verso il trattato di amicizia con il Grande Oriente d'Italia. Il punto è che l'UGLE, sulla base dei suoi regolamenti generali, in Italia non può riconoscere più di una obbedienza massonica e dunque se assegnasse il riconoscimento al GOI dovrebbe toglierlo alla GLRI. Da qui nascerebbe il tentativo di avvicinamento della GLRI al GOI. Un tentativo che però, stando alle parole di Bisi, potrebbe non andare in porto. http://www.affaritaliani.it/cronache/massoneria-verso-la-loggia-unica-il-gran-maestro-bisi-frena-405965.html
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