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Trasparenza e Massoneria PDF Stampa E-mail
Martedì 02 Maggio 2017 21:47

Ad animi più sereni, nel mondo massonico si assiste a due posizioni diametralmente opposte sul problema della

trasparenza. Stefano Bisi (G.O.I.) è nettamente contrario perché ravvede una violazione grave della privacy personale, con particolare riguardo ai dati sensibili. Fabio Venzi (G.L.R.I.) è, invece, ben disposto a consegnare gli elenchi al Ministero degli Interni ed addirittura a metterli pubblicamente sul sito istituzionale. Ad una attenta analisi, entrambi hanno ragione. Essere massone è un onore, un privilegio, un segno di qualità e, quindi, la società deve sapere a chi guardare come esempio di buon cittadino. Essere massone è, in un paese che ospita il Vaticano, un problema personale che il massone sconta nella vita sociale, lavorativa e di relazione. Si dà morbosamente la caccia agli elenchi per sapere e parlare male. I Media, l’opinione pubblica, la Magistratura ed ora anche il Parlamento parlano di pericoli oscuri. Massoneria e criminalità vanno ormai a braccetto. Si parla di riti satanici, di riti per affiliare criminali. La Santa, quale un grado superiore di quelli preisti dalla nostra tradizione secolare. Se ci è permesso esprimere un pensiero, diremmo che la criminalità organizzata, furbescamente, “ruba” i riti alla massoneria e si appropria di situazioni. Comprare un grembiulino, leggere su Internet i rituali, creare situazioni di connubio, non è così difficile. Nasce così la così detta “massoneria deviata”. Purtroppo le divisioni, le invidie, “tu non sei regolare”, etc. creano un mondo grigio dove prosperano associazioni senza regolarità. Noi dovremmo avere il coraggio di uscire allo scoperto e dire con orgoglio “io sono massone”. Noi dovremmo essere i primi a “cacciare i mercanti fuori dal Tempio”. Ma la natura umana tende ad un ego smisurato ed ad tornaconto personale. Tempo fa, lo scrittore Barricco ha tenuto una splendida “Lectio magistralis” sullo Storytelling: ovvero l'arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva. Si raccontano storie, quasi mai documentate, e queste viaggiano per mari e per monti creando tradizioni e chissà cosa altro. Ricordiamo un episodio di tanto tempo fa: a Brighton un antiquario rispose ad un cliente che gli chiedeva chi rappresentasse il quadro che stava acquistando ”….è l’antenato di chi lo compra!!”. Quante discendenze fasulle, quante tradizioni inventate, quanta confusione! Associazioni massoniche senza controllo che nascono senza alcun requisito ed abuso della credulità popolare. Riusciranno i veri Massoni a portare un po' di Luce in questo mondo così poco trasparente?

Kadosch