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Equinozio d'Autunno PDF Stampa E-mail
Domenica 23 Settembre 2018 01:46

Il 1° settembre siamo entrati nell'Autunno meteorologico, che si concluderà il 30 novembre prossimo. A

differenza delle stagioni astronomiche, quelle meteorologiche hanno inizio e fine definiti su trimestri interi, sulla base delle medie climatiche: l'inverno meteorologico inizia così il 1° dicembre e si conclude il 28/29 febbraio, la primavera parte il 1 marzo e si chiude il 31 maggio, l'estate va dal 1 giugno al 31 agosto. Ufficialmente l'autunno astronomico inizia, invece, con l'Equinozio d’Autunno. Ma cosa è e quando avverrà quest'anno? La parola "equinozio" deriva dal latino e significa "notte uguale" (al dì), ovvero la notte dovrebbe avere la stessa durata del giorno. In realtà, a causa di effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del giorno ecceda, seppur di poco, quella della notte. Nell'emisfero settentrionale, l'equinozio d'autunno cade generalmente il 22 o il 23 settembre, ovvero quando il sole incrocia il piano dell'equatore terreste (perpendicolarmente), nel punto detto degli equinozi. Il punto dell'equinozio d'autunno è anche chiamato punto della Bilancia. Quest'anno l'equinozio d'autunno si verificherà domenica 23 Settembre alle 01.54 UTC (03:54 italiane). Sole all'Equinozio. Agli equinozi il sole sorge quasi esattamente a Est e tramonta quasi esattamente a Ovest. Per la precisione all'equatore il sole sorge in circolo verticale dall'orizzonte est fino allo zenit e poi tramonta in circolo verticale dallo zenit all'orizzonte ovest; al Tropico del Cancro il sole passa a Sud, dove giunge alla sua massima altitudine per quel giorno che è 66°33'; al Tropico del Capricorno il sole passa a Nord, dove giunge alla sua altitudine massima per quel giorno che è 66°33', mentre ai Poli il sole passa da un dì lungo 6 mesi ad una notte lunga 6 mesi (o viceversa). Dal punto di vista astrologico, l'entrata del Sole nella Bilancia, segno dell'Equilibrio, ci riporta al significato latino del nome. Cardinale e opposto al suo gemello primaverile, ci ricorda che questi sono gli ultimi giorni in cui le forze si bilanciano e che a seguire l'oscurità vincerà per i successivi sei mesi, sulla luce. Questo avvenimento ha sempre rappresentato nell'antichità un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebra sono in perfetto equilibrio. Per molte culture l'Equinozio d'Autunno è un giorno di celebrazioni. Nella tradizione iniziatica questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all'interno, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia sin quasi a scomparire. Nel calendario agricolo contadino, purtroppo, poco o nulla è rimasto delle ritualità festive autunnali e bisogna aspettare la fine di ottobre con Ognissanti per trovare ancora gli antichi riti di passaggio rurali e pagani, quel momento che i Celti chiamavano Samhain. Ma nella memoria di queste antiche popolazioni l'Equinozio autunnale veniva festeggiato col nome di Mabon: il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato da Culhwch, cugino di Re Artù. A causa del suo soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per sempre. Il suo rapimento è l'equivalente celtico del rapimento greco di Persefone. Ricordiamo infatti che nell'antica Grecia si celebravano i Grandi Misteri Eleusini, riti misterici che rievocavano appunto il rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra che regolava i cicli vitali della terra, condotta agli inferi dal dio Ade che ne fece la sua sposa. La leggenda racconta che Demetra, come segno di lutto e fin quando non riebbe sua figlia, rese impossibile il germogliare delle sementi e delle piante e sterile la terra. Riassumendo, in entrambi i miti quello che viene ciclicamente rivissuto ad ogni autunno è il sacrificio del dio/dea che, dopo le gioie e glorie amorose della primavera e dell'estate, dopo aver dato con la massima potenza fecondante i frutti a tutti gli esseri viventi, è costretto/a a morire a sé stesso, a declinare nel buio della Terra, intesa come Ventre, Utero, Tomba, Infero. Nella tradizione druidic,a l'Equinozio d'Autunno veniva chiamato Alban Elfed (Autunno, o «Elued», Luce dell'Acqua). Esso rappresentava la seconda festività del raccolto, segnando per parte sua la fine della mietitura, così come Lughnasad ne aveva segnato l'inizio. Ancora una volta, il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, come lo erano all'Equinozio di Primavera, ma ben presto le notti cresceranno fino ad essere più lunghe dei giorni, e l'inverno sarà di nuovo tra di noi. L'equinozio è anche il Tempo del Seme, delle Radici officinali, delle Potature, del Compost e dell'Acqua. Durante la Rivoluzione francese, dal 1793 al 1805, questo giorno divenne il Primo dell'Anno ed in Giappone ancora oggi è una festività dedicata agli avi ed alla famiglia. “Nell'autunno delle stagioni, sono le foglie a morire. Nell'autunno della vita, è la nostra memoria.” FLOR DES DUNES

Kadosh