I due San Giovanni ed il senso dei Solstizi |
Monday, 21 June 2021 13:08 |
Nel calendario massonico i solstizi, sia quello estivo che quello invernale, rappresentano due delle ricorrenze più significative della Libera Muratoria universale. Infatti, quando il sole raggiunge la massima declinazione, positiva o negativa, tutta l’invisibile catena della Massoneria si riunisce nelle Officine per celebrare l’alternanza dei cicli stagionali e più precisamente l’inizio dell’estate o rispettivamente dell’inverno. Etimologicamente il termine proviene dal latino Sol stat, cioè il sole si arresta. Per cui in ambito astronomico il solstizio d’inverno e quello estivo sono fissati al 21 dicembre e al 21 giugno anche se la tradizione considera le date del 24 dicembre e del 24 giugno come i periodi nei quali il Sole sembra fermarsi e cessare di scendere o salire all’orizzonte. In queste due date il sole si trova quindi allo Zenit rispettivamente sul tropico del cancro e sul tropico del Capricorno. Simbologia esoterica I solstizi non rinviano esclusivamente, in particolare per noi Massoni, a degli eventi astronomici ma anche, o forse soprattutto, a dei momenti carichi di significati simbolici esoterici. Le più importanti civiltà antiche (come quelle degli Egiziani, dei Babilonesi, dei Greci, dei Latini, dei Messicani, dei Peruviani, per non citare che le più conosciute) hanno visto nel sole non solo una fonte di luce, di calore e di energia ma anche un’entità divina onniveggente capace di dar ordine al tempo, al cosmo e all’universo. Nomi quali Elio, Apollo, Aton, Surya, Mithra, Cautha designavano appunto, in queste antiche culture, proprio tali divinità solari. Nel simbolismo ermetico i solstizi sono considerati porte (verticali e a senso unico) , di separazione spirituale tra il basso e l’alto, tra la terra e il cielo, tra il micro e il macrocosmo. Il solstizio d’estate corrisponde alla porta verso il basso, quindi al passaggio del flusso energetico che rigenera Creato e creature consentendo la maturazione dei frutti della terra ed il rafforzamento di tutti gli esseri che la popolano. Nel simbolismo ermetico i solstizi sono considerati porte, di separazione spirituale tra il basso e l’alto, tra la terra e il cielo, tra il micro e il macrocosmo. Il solstizio d’inverno invece rappresenta la porta aperta verso l’alto, che permette alle creature di farvi transitare l’auspicio, ovvero la richiesta al creatore, dell’atteso avvio del ripristino del predominio della Luce sulle tenebre, del caldo sul freddo e dell’l’inizio del risveglio di tutta la natura, dello scioglimento delle coltri nevose e del gelo, del rifluire della linfa che alimenta tutta la vegetazione, consentendo la successiva fioritura e quindi il completo svolgimento del ciclo biologico. Il solstizio d’estate rappresenta la “porta degli uomini” e quello invernale la “porta degli dei”; sono le aperture che collegano i due mondi, quindi i simboli del passaggio tra il mondo terreno e quello celeste, caratterizzato, questo, dall’eternità e dall’aspazialità. La complementarità dei solstizi Come ha osservato René Guénon nel testo Simboli della scienza sacra per quanto all’estate si associno le idee di luce, di gioia, di bellezza, di gioventù, di calore e di forza, di crescita e all’inverno quelle opposte di freddo, di tristezza, di vecchiaia e di decadenza, i due solstizi corrispondenti hanno nondimeno un carattere esattamente opposto. La paradossalità è però solo apparente. Infatti ciò che ha raggiunto il suo massimo può ormai solo decrescere, e ciò che è giunto al suo minimo può invece cominciare a crescere. Ciò spiega il simbolismo greco-latino delle porte solstiziali rappresentato dalle due facce di Giano e ulteriormente dai due Giovanni, invernale ed estivo. È facile constatare che è la porta invernale che introduce alla fase luminosa del ciclo e la porta estiva alla fase di oscuramento. Si è notato a questo proposito la nascita di Cristo al solstizio d’inverno, e quello di Battista al solstizio d’estate e ciò spiega pure l’espressione di san Giovanni Battista, la cui nascita coincide con il solstizio d’estate: “Bisogna che egli cresca (cioè Cristo nato nel solstizio d’inverno) e che io (Giovanni Battista) diminuisca”. I due solstizi sono dunque complementari e rappresentano i due punti estremi dell’anno solare. Se le celebrazioni dei due san Giovanni non coincidono esattamente ( i due santi vengono festeggiati dalla chiesa latina il 24 giugno e il 27 dicembre) è solo perché siamo in un periodo di tempo sacro che permette una dilatazione simbolica dell’evento. La tradizione massonica, erede di tutte le tradizioni esoteriche, rivolge naturalmente particolare attenzione alla natura ed ai fenomeni naturali. Per sottolinearne l’importanza essa celebra, come detto, i due solstizi in concomitanza ai due santi che ha eletto a propri patroni, san Giovanni Battista per il Solstizio d’estate e San Giovanni Evangelista per quello d’inverno. Nei paesi mediterranei, privilegiati da climi confortevoli e da una natura generosa, risulta attenuata la tendenza a festeggiare tali ricorrenze, invece nei paesi nordici, dove la natura è più avara con l’uomo, è decisamente più sentita, sia nell’invocazione invernale che nel ringraziamento estivo. Comunque, risulta sempre più ampia l’intenzione di festeggiare ovunque i solstizi tant’è che vengono praticati due particolari rituali, per i quali è a volte consentita la partecipazione di profani, al fine di rendere corale il contributo al successo di tali festività, esaltandone maggiormente, e diffondendo anche fuori dal tempio, le loro profonde significanze. Queste opportunità costituiscono un notevole contributo alla diffusione tra i profani di alcuni principi basilari della Libera Muratoria Universale, anche se la volontà di mettere in risalto l’importanza di queste ricorrenze è ostacolata notevolmente dall’evoluzione scientifica e tecnologica che destituisce questi periodi dell’anno dell’importanza che avevano solo un secolo or sono. In effetti l’uomo della modernità non presta ormai più molta attenzione all’alternarsi delle stagioni e ai vari cicli astronomici. Al giorno d’oggi può mangiare frutti di ogni luogo e in qualsiasi stagione; in pieno inverno può andare al mare a nuotare e a prendere il sole, le grandi metropoli vivono 24 ore su 24, sette giorni su sette. I ritmi della natura non condizionano in alcun modo la vita quotidiana delle persone e queste ricorrenze sono oggi poco adatte a scandire i tempi frenetici delle civiltà cosiddette avanzate. Celebrando il solstizio d’estate, la Massoneria non si limita però a rievocare un periodico rinnovamento naturale che, per gli effetti della tecnoscienza, non interessa ormai che poche persone, ma, come detto, intende riportare questa tradizione all’interno di un ambito sapienziale di più vasta portata dimostrando che i simboli e i miti legati a queste ricorrenze confermano, ora come all’ora, la propria capacità di comunicare verità intramontabili. D.B. |