Cosa succede nella Massoneria italiana? Print
Friday, 15 January 2016 06:21

Abbiamo letto su Sole 24Ore, quotidiano di Confindustria del 9 febbraio, una notizia su probabili e futuri scenari della Massoneria italiana. Un giornale così importante di proprietà degli industriali italiani si occupa di Massoneria, sottolineando che una eventuale fusione di due Obbedienze (G.O.I. e G.L.R.I.) avrebbe ripercussione anche nei scenari polico/finanziari nazionali ed internazionali. Quindi, dalle chiare parole del giornalista possiamo dedurre che la Massoneria ha influenza nel mondo politico e finanziario nazionale ed internazionale. Non commentiamo, ma riportiamo qui di seguito il testo integrale dell’articolo, lasciando al lettore le sue deduzioni personali. La nostra redazione ( This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it ) è lieta di ricevere le opinioni dei nostri lettori. Ricordiamo a noi stessi che la Massoneria è un Ordine Iniziatico Cavalleresco, almeno in Italia. Buona lettura! La massoneria italiana è a un passo dalla rivoluzione. Le due maggiori obbedienze italiane, il Grande Oriente d’Italia (G.O.I.) e la Gran Loggia Regolare d’Italia (G.L.R.I.), da alcune settimane sono infatti attraversate da scosse che produrranno effetti anche nel mondo politico e finanziario nazionale ed internazionale. L’ipocentro (punto di origine) è Londra, ma è Roma l’epicentro. Infatti, il Consiglio delle Proposte Generali della Gran Loggia Regolare d’Italia, sabato 19 dicembre 2015, ha approvato la raccomandazione per instaurare un rapporto di amicizia con il Grande Oriente d’Italia. La delibera sarà presentata alla Gran Loggia della G.L.R.I. per l’approvazione definitiva. Qualche settimana prima, Leslie Hicks, rappresentante dell’Inghilterra, aveva consegnato alla G.L.R.I., a nome dei Vertici della U.G.L.E. – la Gran Loggia Unita d’Inghilterra fondata nel 1717 e che rappresenta la più antica loggia al mondo – una lettera firmata dal Gran Cancelliere Derek Dinsmore, con la richiesta di sottoscrivere un trattato di amicizia con il G.O.I. La Massoneria inglese intende, così, dare inizio ad un periodo di transizione che dovrà consentire ai Grandi Maestri Stefano Bisi e Fabio Venzi di trovare un accordo sulle condizioni da attuare per una storica unificazione, considerato che la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, un paio di anni fa ed in gran segreto, aveva deciso di riconoscere il G.O.I. ed aveva avviato le trattative tra l’allora Gran Maestro Gustavo Raffi e il suo collega Fabio Venzi. Non si ottenne, però, il risultato sperato a causa di alcune dichiarazioni del G.O.I. su politica e religione, che irrigidirono i Vertici inglesi. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra, sulla base dei suoi regolamenti generali, in Italia non può riconoscere due obbedienze massoniche: se assegnasse il riconoscimento al G.O.I. dovrebbe toglierlo alla G.L.R.I. Così fu nel 1993: per riconoscere la neonata G.L.R.I., tolse il riconoscimento al G.O.I.. Così è stato in tutta la sua storia. Se volesse decidere di riconoscere, nello stesso territorio, due o più obbedienze massoniche, allora dovrebbe modificare i suoi Regolamenti Generali. È vero che la Massoneria inglese ha dichiarato la sua disponibilità a rivedere il principio dell’esclusività territoriale, come si evince dalla 25ma conferenza dei Gran Segretari e dei Gran Cancellieri di 47 Gran Logge europee, che si è tenuta a Londra il 10 e 11 ottobre 2014 alla Freemason’s Hall, sede della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, sotto la presidenza del Gran Cancelliere della U.G.L.E. Derek Dinsmore, ma nessuna decisione è stata presa. Trattato di amicizia – dunque – è un concetto facile a dirsi, molto più complesso da realizzare. I motivi sono presto spiegati. La prima conseguenza sarà il passaggio dei fratelli dalla G.L.R.I. verso il G.O.I. (o viceversa, anche se appare più improbabile) e questo vorrebbe significare non solo sottomettersi a un altro vertice di governo, cambiare il colore dei grembiuli, seguire un rituale diverso dall’«emulation» (le lezioni), ma condividere una visione della Massoneria totalmente differente. La seconda conseguenza – però – è quella che scuote le due Obbedienze. L’unificazione porterà a nuovi scacchieri di potere ramificato, non solo interno ma – soprattutto – esterno. Sarà un caso, ma non mancano in questi ultimi mesi denunce e controdenunce tra massoni su vari aspetti della vita interna. Insomma: molti “fratelli” stanno alzando le barricate al trattato che tutto pare tranne che di amicizia e così si profila una terza, temutissima soluzione: la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, stanca delle guerre tra “fratelli italiani”, potrebbe decidere di non riconoscere né l’una né l’altra Obbedienza, formando eventualmente un suo distretto d’oltremare. Del resto, già oggi moltissimi massoni italiani non si affiliano nel proprio Paese, ma volano a Londra, dove la discrezione è una garanzia assoluta. «È proprio vero che nella Massoneria italiana non può esservi pace ed armonia tra i fratelli», chiosa Giuliano Di Bernardo, che queste vicende conosce bene essendo stato Gran Maestro dell’una e dell’altra Obbedienza ed avendo, dunque, radici profonde nell’una e nell’altra.