Di Bernardo querela Bisi: «Vuole zittirmi» Print
Sunday, 08 April 2018 21:43

Dopo la presentazione della relazione della Commissione Antimafia, si è ripresa la guerra fratricida all’interno della

Massoneria. O meglio dire: nel Grande Oriente d’Italia, la più numerosa obbedienza italiana. L’uscita dal G.O.I. di Giuliano Di Bernardo nel 1993 ha lasciato ancora profonde ferite nel rapporto. Giuliano Di Bernardo ha sempre affermato, e successivamente confermato alla Procura di Palermo, che all’interno del G.O.I. ci fossero preoccupanti rapporti sul territorio con la criminalità. Cita un colloquio con Ettore Loizzo, il punto di riferimento della massoneria calabrese. Giuliano Di Bernardo riferisce che nel quel colloquio Ettore Loizzo ammise che ben 28 logge calabresi su 31 avessero problemi in tal senso. Ora noi non sappiamo se tale affermazione fosse vera o meno, ma Giuliano Di Bernardo riferì la situazione ai Vertici della Gran Loggia Unita d‘Inghilterra, la quale suggerì la scissione. Queste le notizie riportate. Queste notizie ed affermazioni sono state recentemente confermate nell’audizione alla Procura di Palermo. Nel contempo, la Commissione Antimafia, presieduta dall’On. Bindi, ha sferrato il suo attacco alla Massoneria in generale, partendo dall’assunto che il “segreto massonico” ed il “giuramento iniziatico” possano indiscutibilmente favorire i rapporti con la criminalità. Non vogliamo entrare nel merito di tali affermazioni, perché i preconcetti sono sempre sbagliati. Dobbiamo, però, constatare correttamente che alcuni episodi, specialmente al Sud, hanno visto tali connessioni. Bene. È ovvio che il numero, come finalità primaria, non permette una selezione accurata: un percorso iniziatico è per pochi, per coloro che effettivamente sentono la necessità di completare il proprio cammino accrescitivo di uomini. Qualità e non quantità è il concetto fondamentale della Massoneria. Il Grande Oriente d’Italia, che nell’immaginario collettivo rappresenta la Massoneria italiana, ha preso una posizione di chiusura totale con la Commissione Antimafia, contestando anche giustamente i metodi ed il retro pensiero. Bisogna, però, prendere atto che da alcuni decenni i media ed alcune forze politiche hanno martellato sulla connivenza tra massoneria e criminalità, od almeno nel malaffare. Le realtà massoniche che ben interpretano la filosofia massonica e che nulla hanno a che fare con queste distorsioni, sono state colpevolmente silenziose. Silenzio ed aspettiamo che la tempesta passi. Ora la tempesta è arrivata e noi vogliamo lasciare al G.O.I., che rispettiamo ma al quale possiamo fare un appunto di superbia, in quanto alla proposta di unire le forze per affermare la purezza della Massoneria e respingere con forza le accuse e l’opinione popolare, di rappresentare tutta la Massoneria? Se ci sono problemi come afferma Giuliano Di Bernardo, si confrontino tra loro, ma la Libera Muratoria non deve essere sfiorata da situazioni non corrette. Ora siamo giunti alla denuncia per diffamazione di Giuliano Di Bernardo contro Stefano Bisi, non sappiamo come persona o nella qualità. La verità sta nel fatto che invece di usare la tolleranza massonica e sedersi ad un tavolo per tagliare quello che c’è da tagliare e riprendere tutti assieme il cammino nella tradizione e nella regolarità, continuiamo ad insultarci reciprocamente con “TU NON SEI MIO FRATELLO!!”. Icaro per superbia volle avvicinarsi al sole e cadde miseramente.

“Quanto più opulento è un tempio, tanto più misero è lo spirito che lo abita.” Jeam Paul Malfatti

“L'auto-presunzione può condurre all'auto-distruzione.” Esopo “Non deridere, non compiangere, non disprezzare, ma comprendere le azioni umane.” Spinoza

 

Kadosch