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Il Rito Scozzese Antico e Accettato in Italia PDF Print E-mail
Saturday, 28 March 2015 11:13

Il Rito Scozzese Antico e Accettato in Italia ha avuto sempre vicissitudini dal 1908 ad oggi; ci sono state scissioni, lotte, liti, cause civili, sentenze di tribunali. Ormai i Massoni, specialmente quelli che si autodefiniscono “legittimi e regolari”, si scambiano accuse e, purtroppo, insulti. La tolleranza ed il rispetto delle idee altrui non sono accettate con disponibilità e comprensione, ma con tanta profanità. Altri si trincerano nella loro superba torre d’avorio, fieri del loro niente. Noi abbiamo sempre cercato di unire e di far sedere ad un tavolo fraterno alcuni dei protagonisti delle attuali accadimenti, ma abbiamo ricevuto superbia, ironia e sorrisetti sussiegosi. Ma la nostra volontà di semplici massoni ci impone di continuare. Solo superando gli ego dilatati e le proprie pochezze, ma soprattutto vecchie ruggini o presunte ragioni, è possibile operare per il Bene Superiore della Istituzione. Cosa, peraltro, che noi abbiamo giurato al momento dell’Iniziazione e che ripetiamo ad ogni lavoro di loggia! Ma quante pietre dovranno ancora essere squadrate, specialmente negli Alti Gradi, perché la Massoneria italiana possa ritrovare la dignità che gli compete? Noi crediamo che solo l’umiltà dei massoni veri possano dare un contributo determinante al dialogo. La Speranza è in noi, sperando che foscolianamente non “fugga i sepolcri”. In Unum Cogere! Abbiamo voluto porre all’attenzione dei nostri lettori la situazione del Rito Scozzese in Italia, con una breve storia in allegato. Ci auguriamo di aver avuto notizie corrette ed attendiamo precisazioni e correzioni da parte dei protagonisti e di chiunque possa contribuire alla costruzione della Verità, ai quali daremo tutto lo spazio necessario, purché il loro contributo sia costruttivo e non distruttivo o, ancor peggio, offensivo.

 


 

Breve storia del Rito Scozzese Antico e Accettato in Italia

Nel 1805, il Conte de Grasse-Tilly 33°, su incarico del Supremo Consiglio di Francia, costituisce il Rito Scozzese Antico e Accettato in Italia e precisamente a Milano, allora capitale del Regno napoleonico d’Italia. La data ufficiale è il 5 marzo, ma sembra che quella reale sia in aprile e che il verbale sia stato addirittura firmato a Parigi e non a Milano. In ogni caso, il Supremo Consiglio d’Italia ha legittimizzazione attraverso il Supremo Consiglio di Francia, quale terzo nella cronologia storica. Con la sconfitta di Napoleone e la restaurazione dopo ilCongresso di Vienna, il Supremo Consiglio d’Italia entra nel così detto “periodo cospiratorio”. Riprende forza e vigore con i moti e l’unità d’Italia. Il Rito Scozzese continua la sua storia senza problemi fino al 1908, quando per le note vicende, si divide in due parti: Supremo Consiglio di Palazzo Giustiniani, con SGC fr. AchilleBalori 33°, e Supremo Consiglio di Piazza del Gesù, conSGC fr. Saverio Fera 33°. La Bolla di Fondazione rimane al Supremo Consiglio di Palazzo Giustiniani, mentre i Supremi Consigli del Mondo, compreso quello di Washington ed escluso quello di Boston, riconoscono il Supremo Consiglio di Piazza del Gesù. La Massoneria viene considerata fuorilegge nel 1925 ed entra in clandestinità. Nel dopoguerra, il Supremo Consiglio di Palazzo Giustiniani riemerge subito ed è riconosciuto dal Supremo Consiglio di Boston, mentre il Supremo Consiglio di Piazza del Gesù è in difficoltà per la decisione dei Supremi Consigli del Mondo di non riconoscere il SGC Palermi 33° per presunte connivenze con il fascismo; accusa, poi, risultata infondata. Sicostituiscono vari Supremi Consigli, tutti dichiaratesi succedanei di Piazza del Gesù. Nel 1949, il SGC Cowler33° del Supremo Consiglio di Washington dà mandato alfr. Franco Moroli 33° di ricostituire il Supremo Consiglio di Piazza del Gesù in Italia, cosa che avviene il 2 luglio a Roma. Questo Supremo Consiglio viene riconosciuto dai Supremi Consigli del Mondo, compreso quello di Washington. Nel contempo e nello stesso anno, il SGCPalermi 33° fa riemergere il suo Supremo Consiglio con l’aiuto del fr. De Cantellis 33°, già membro dell’organo anteguerra. Mentre questi due Supremi Consigli mantengono la loro cronologica e legittima continuità sino ai giorni nostri, il Supremo Consiglio di PalazzoGiustiniani deve registrare una nuova scissione. Nel 1977, il SGC Vittorio Colao 33° sospende il Supremo Consiglio, espelle il Luogotenente fr. Manlio Cecovini 33° e ricostituisce l’Organo uscendo dalla Obbedienza di Palazzo Giustiniani e portando con se la Bolla di Fondazione del 1805 ed altro. Palazzo Giustiniani ricorre alla giustizia profana, la quale (con sentenza n. 6725/88 della Suprema Corte, ribadita dal tribunale ordinario di Roma del luglio 2014) stabilisce che la legittimità e la successione diretta del 1805 è del SGC Vittorio Colao 33°, che l’espulsione del luogotenente fr. Manlio Cecovini 33° è legittima, che la Bolla di Costituzione del Rito Scozzese Antico e Antico in Italia è legittimamente nella disponibilità del SGC fr. Colao 33° e del suo legittimo successore SGC fr. Fausto Bruno 33°. Palazzo Giustinianiricostituisce il Supremo Consiglio con SGC fr. ManlioCecovini 33°, sebbene espulso dal legittimo Sovrano, econ una successione cronologica diretta fino all’attuale SGC fr. Luigi Milazzi 33°. Le sentenze, di cui sopra, hanno stabilito la legittimità del Rito Scozzese Antico e Accettato del 1805 in Italia dalla sua costituzione fino al 1988. Anche la sentenza del 2014 non parla della successione successiva a quella data, ma ribadisce le conclusione della sentenza della Suprema Corte, rigettando la richiesta del’avv. Morace e del fr. Luigi Milazzo 33°, salvo le eventuali decisioni dei successivigradi di giudizio. Per ben comprendere l’evoluzione delle situazioni e dei fatti del Supremo Consiglio dei SSGGCCfr. Colao 33° e fr. Bruni 33° dal 1988 ad oggi, è bene fare un breve excursus storico. Nel 1993, a seguito della fusione tra la Gran Loggia Generale d’Italia e la Gran Loggia Regolare d’Italia, il Supremo Consiglio del SGC Bruni 33° si pone in una condizione d’attesa del trattato di reciproco riconoscimento, cosa che purtroppo nonavviene. Si ha, quindi, una scissione a livello di Ordinecon la costituzione della Gran Loggia Massonica Italiana;nel 1994 il SGC fr. Bruni 33°, per motivi istituzionali e personali,per iscritto le sue dimissioni dall’Ordine. Il giorno precedente a questa decisione, il fr. Bruni 33° trasmette, ufficialmente e con decreto sovrano del 12 marzo 1994, i suoi poteri e prerogative sovrani al Luogotenente fr. Domenico Manno 33°. Sembra che non sia mai stata revocata questa trasmissione con pari decreto, né altro atto o documento ufficiale. Il Luogotenente Sovrano fr. Manno 33°, quindi, assume la successione legittima e diretta del 1805, sempre ferma restando la non revoca della trasmissione dei poteri e prerogative. Il LSGCfr. Manno 33°, dopo un periodo di meditazione, ricostituisce il Supremo Consiglio nel 1998, diventandone Sovrano, che viene riconosciuto regolare e legittimo per l’Italia dal Supremo Consiglio di Francia nel 2000. Lo stesso Supremo Consiglio di Francia nomina il fr. Manno33° suo membro d’onore, secondo italiano dopo il SGC fr.Giovanni Pica 33°, quasi a voler stigmatizzare la ricucitura dello strappo ante Colao. Come se non bastasse, il fr. Bruni 33° costituisce un nuovo Supremo Consiglio, espellendo i componenti di quello in essere, i quali si appellano alla giustizia profana per annullare detto provvedimento, riconoscendo de jure et de facto l’autorità di Bruni 33°. Come se non bastasse, alla morte del fr. Bruni 33°, il Supremo Consiglio nomina Sovrano l’avv.Morace, mentre l’altro (quello degli espulsi) hanno la seguente cronologia; fr. Loris Carlesi 33°, fr. Cesare Cocchi 33° e fr. Cesare Benincasa 33°. Verso l’anno 2010, il Supremo Consiglio di Morace e quello di PalazzoGiustiniani si uniscono. Si attendono le decisioni della Corte d’Appello di Roma che ha rimandato le conclusioni al 2017.

Queste sono le notizie in nostro possesso e le nostre deduzioni. Ci auguriamo che rispondano alla verità. In ogni caso, cosa impedisce ai Sovrani di queste spezzettate realtà di incontrarsi fraternamente, valutare le situazioni edecidere di riunire quello che fu sparso, eliminando tante anomalie e dubbi? Basterebbe superare le frazioni e le posizioni di “parte”, dettate da verità particolari e da piccole posizioni di potere oppure da acredini personali. La legittimità nell’ortodossia e nella tradizione è oggettiva e sarebbe sufficiente incontrarsi, abbracciarsi e, con disponibilità, ritrovare l’Armonia, ridando dignità alla massoneria italiana nel mondo. Affinché la Bolla di Fondazione, oggetto di profane dispute, possa riprendere quella Energia, che ormai sembra aver perduto, è necessario che la nostra madre generatrice, ovvero il Supremo Consiglio di Francia od il vero Conservatore del Rito, chiunque esso sia, ricostituiscano le prerogative ed i poteri originari. La Bolla non è un “pezzo di carta”, seppur di valore storico, ma rappresenta la fonte primaria del Rito Scozzese in Italia. Forse qualcuno, pur di avere un vecchio pezzo di carta, non vuole soluzioni massoniche, ma profane. Questo è il limite dell’umana, specialmente incolui che si traveste da iniziato. Molti si appellano a riconoscimenti anche autorevoli, ma come ben sappiamo la regolarità è oggettiva, mentre il riconoscimento è un fatto squisitamente soggettivo e, direi, politico.