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Legge sulla massoneria in Sicilia - il ricorso alla Consulta PDF Stampa E-mail
Martedì 11 Dicembre 2018 21:41

Da Messina il ricorso alla Consulta contro la legge sulla massoneria in Sicilia: “Violati i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione” “Una legge ingiusta, iniqua e

discriminatoria va contrastata con tutti i mezzi possibili. Abbiamo dato questa valutazione alla legge regionale 18 del 2018 e per tale ragione oggi abbiamo depositato, presso la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, una dichiarazione con la quale rinunciamo al termine di 45 giorni per dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche. Comprendiamo che ora ci troviamo nella condizione di soggetti passibili di sanzione da parte del presidente dell’Ars, ma la nostra odierna determinazione deriva dalla consapevolezza di agire in ossequio alla Costituzione italiana e ai principi di ‘non discriminazione’ e di ‘tutela della libertà di associazione’, previsti e sanciti dagli articoli 3 e 18“. È quanto dichiarano i capigruppo dell’Udc e di Fratelli d’Italia all’Ars, Eleonora Lo Curto e Antonio Catalfamo in merito alla legge approvata in Sicilia e che stabilisce che deputati e assessori regionali, sindaci e consiglieri comunali avranno l’obbligo di dichiarare la loro eventuale affiliazione a logge massoniche. Catalfamo e Lo Curto si dicono pronti ad impugnare la normativa dinanzi la Corte Costituzionale affinchè ne sia riconosciuta l’illegittimità e si tutelino i diritti dei cittadini siciliani. I due onorevoli, che hanno già dato mandato ai legali Enzo Palumbo di Messina, Andrea Pruiti Ciarello di Capo d’Orlando e Rocco Todero di Catania di impugnare la legge regionale 18/2018 davanti alla Consulta, invitano sindaci e consiglieri comunali a desistere. “in vista della scadenza del 3 dicembre, non sottoscrivendo una dichiarazione che solo un regime totalitario e non uno Stato di diritto, potrebbe permettere“.

Tratto da: www.strettoweb.com – Serena Guzzone – 16/11/2018

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